Il laico di Azione Cattolica nelle parole di Albino Luciani
A cento anni dalla sua nascita sono molti i modi e le occasioni con cui la nostra diocesi vuole ricordare il suo vescovo Albino Luciani.
Rileggere le sollecitazioni e le riflessioni che il futuro Giovanni Paolo I rivolse specificatamente agli aderenti di Azione Cattolica nel corso dei suoi dieci anni vittoriesi è un po’ un viaggio in quei tempi in cui si resta meravigliati della intuizioni profetiche.
Significativo è questo passaggio del 1963 dove spiega con poche parole cosa distingue l’impegno in A.C. da parte dei laici: “A volte i laici operano individualmente dando buon esempio, creando l’ambiente favorevole, attendendo alle molteplici opere di carità spirituale e corporale. A volte, invece, essi mettono insieme le forze per tendere, organizzati, ad una comune meta di bene apostolico. A volte non solo si mettono insieme, ma chiedono al vescovo, o accettano da lui, il mandato per poter agire sotto la sua direzione e responsabilità; è allora che abbiamo l’Azione Cattolica propriamente detta, da cui tanto si spera in clima di Concilio… Molti fedeli risultano, in realtà, soltanto fedeli-seduti; bisogna fare che si alzino spontaneamente e siano fedeli-in-piedi, vigili, agili, scattanti ai grossi problemi dell’ora.”
di Alessandro Corazza
L’Azione, 4 novembre 2012